Siete seduti comodi? Allora potete cominciare!
Carta stampata, stazioni radio e televisione. Periodici sia cartacei che online, siti web duri e puri e social network. Tablet, computer portatili e smartphone sempre più equipaggiati. Se ci aggiungiamo un’istruzione scolastica (quasi) alla portata di tutti, si può davvero dire che una varietà, libertà e velocità di informazione come quelle che esistono oggi, non si sono mai viste prima. Eppure, su molte questioni aleggia un’ignoranza che sembra sopravvissuta dai tempi delle incisioni rupestri. Ci sono mille fonti di informazioni, ma fra le bufale, la censura e la priorità a ciò che “fa tendenza”, non si sa più a chi dar retta. Non ci sono (quasi) più analfabeti, ma l’abitudine alla lettura scarseggia, e quando usciamo dalle scuole siamo dei “tuttologi” esperti di ogni cosa, tranne di quello che conta davvero. Esistono infiniti mezzi di informazione, ma fra social network, pay-tv e videogiochi, ne esistono anche infiniti di distrazione – ed evadere dai problemi è molto più facile che impegnarsi a capirli e risolverli. Insomma, si può dire che, per la prima volta nella storia, la quantità di informazione supera quella di consapevolezza. È uno dei tanti paradossi di questo periodo storico: viviamo in un mondo “super-connesso”, ma in cui “c’è poca linea”.
Eppure, questa connessione è ancora più estesa e profonda di quella artificiale che stiamo creando con internet. Le questioni ambientali (e non solo) stanno rendendo sempre più evidente quello che filosofie antiche di tutto il mondo hanno intuito da millenni: la realtà è olistica, ogni cosa è collegata, tutto è uno. Inquinate l’aria per allevare animali e coltivazioni, e si scioglieranno i ghiacci dei Poli; fate sciogliere i ghiacci, e si modificheranno le correnti oceaniche e il clima insieme a loro; cambiate il clima, e otterrete eventi meteo che distruggono le coltivazioni da cui tutto è partito. A meno che non siamo masochisti, sono ben poche le cose a questo mondo per cui possiamo permetterci di dire “Chi se ne frega!”. Questa incredibile connessione può avere effetti strabilianti se ben compresa e ben gestita ma, siccome è così ampia, per far questo ci vuole impegno e pazienza: non esistono questioni semplici, per cui nessun articolo con 2 minuti di “tempi di lettura” e nessun video di 5 minuti riusciranno mai a farci un quadro chiaro e completo di una situazione.
Gli articoli che propongo in
questo piccolo spazio virtuale sono molto più lunghi di un classico
articolo di giornale, ma se lo sono è perché cercano di fare
esattamente questo: prendono un argomento e non ne vanno a trattare il caso
particolare, ma cercano di farne un quadro generale e
abbastanza completo; mettono insieme vari tipi di fonti, tentando di
creare una sintesi esauriente di tutto il labirinto di
informazioni che esiste oggi; e soprattutto, provano a mostrare e
spiegare i collegamenti con altre questioni, dimostrando quanto
sia vero che “tutto è uno”. Riesco a farlo bene? Spero di
sì, e spero che sarete voi a darmene conferma o meno. Mi sfuggirà
qualcosa? Molto probabile. In fondo, spesso, sono io il primo ad
imparare su un argomento mentre lo affronto, e dire su di questo proprio ogni
cosa è chiaramente impossibile. Però mi piace farlo, voglio
provare a farlo, e so che oggi c’è bisogno di
farlo: in un mondo senza confini e pieno di informazione (spesso falsa
o superflua), solo avendo chiaro il generale poi si può capire il
particolare.
Si tratta di un processo che non è né semplice
e né veloce, ma capire per bene un problema è il primo passo non
solo per risolverlo, ma anche per smettere di
subirlo e di lamentarsi. L’ignoranza ci rende
schiavi di chi diffonde e manipola l’informazione, ma la conoscenza (quella vera,
non quella per le parole crociate o i quiz in televisione) ci rende
consapevoli, e la consapevolezza ci rende liberi. Liberi
di capire da soli il mondo e le sue connessioni, invece di
rimetterci soltanto all’autorità di “chi comanda” (e quindi ci manovra). Liberi
di distinguere fra vero e artefatto, di sapere dove cercare
e di chi fidarsi, e di ascoltare le “voci fuori dal coro” che ci rivelano quello
che altri ignorano o censurano. Liberi di costruire delle opinioni e
delle scelte che siano le proprie, anche se
vanno contro la grande corrente degli “schiavi del sistema”. Ma soprattutto,
liberi di capire e cambiare sia noi stessi che il resto del mondo.


