La scienza che le spiega, il mito che le circonda e la leggenda che le avvolge. E la Nuova Scienza? Le completa.
A volte è totale, e a volte è parziale. Durante il giorno il Sole si vede su mezzo mondo, eppure se c’è un’eclissi ti dicono che si osserva solo da poche parti. E se poi provi a informarti su quando ne potrai ammirare una dal posto dove vivi, scopri che ti toccherà aspettare fino al “duemila-boh”.
Ma insomma: quanti tipi di eclissi ci sono e perché si verificano? Come mai in certi luoghi si possono osservare e in altri no? E perché passa così tanto tempo prima di rivederne una nello stesso posto? Il presente ci risponde a tutte queste domande, mentre il passato ci racconta come siamo arrivati alle risposte. Eventi storici ne sono stati influenzati, mitologie da tutto il mondo hanno cercato di spiegarla, e gli effetti che può avere su di noi…beh, questo sarà compito del futuro.
I moti della Luna
Come la Terra ruota attorno al Sole, così la Luna ruota intorno alla Terra: anche in questo caso si tratta di un’orbita a forma di ellissi, percorsa in senso antiorario, e con un punto di massima distanza dalla Terra (apogeo) e uno di minima distanza (perigeo). Un giro completo viene compiuto in 27 giorni, 7 ore e 43 minuti, ed è chiamato “mese siderale”.
Possiamo immaginare che la Terra, come tutti gli altri pianeti, ruoti intorno al Sole su un piano chiamato “eclittica”; anche per la Luna possiamo immaginare che ruoti su un piano intorno alla Terra, con la differenza, però, che questo piano non è parallelo all’eclittica, ma è inclinato rispetto a esso di 5° 9’. Questo fa sì che esista una linea di intersezione fra i due piani, detta “linea dei nodi”: è chiamata così perché congiunge i due unici punti (i “nodi”) in cui la Luna, nel suo moto di rivoluzione, si ritrova sullo stesso piano della Terra. Questa linea non rimane fissa nel tempo, ha un proprio moto a sua volta che ne fa cambiare la direzione, il “moto di regressione dei nodi”: è come se l’intera linea dei nodi ruotasse su stessa, con centro nella Terra, in senso orario, spostandosi di 1.6° ogni mese e compiendo un giro completo ogni 18.7 anni.
Tipi di eclissi, eclissi storiche e eclissi "aliene"
Quando la Luna si mangia il Sole: l’eclissi solare
Se il piano orbitale della Luna non fosse inclinato e se non esistesse questo moto della linea dei nodi, ogni mese, durante la Luna nuova, ci sarebbe un’eclissi di Sole. A causa di questi fenomeni, invece, un’eclissi solare si verifica solo quando Sole, Luna e Terra sono quasi o perfettamente allineati: la linea dei nodi congiunge la Terra col Sole, la Luna è al novilunio ed è frapposta fra Sole e Terra, e in più si ritrova a passare esattamente dal nodo (o nelle sue vicinanze).

In tutte le altre circostanze, l’ombra proiettata dalla Luna cade fuori dalla Terra, ma in questo caso si proietta sulla sua superficie, creando una zona d’ombra dove l’oscurità è totale, e una zona di penombra dove è solo parziale. È questo a fare la differenza fra un tipo di eclissi e l’altro, e spiega anche come mai non sia visibile dappertutto: sarà totale in quei punti della Terra che rientrano proprio nella zona d’ombra, sarà parziale in quelli che rientrano in quella di penombra. Stesso discorso vale anche per un terzo tipo di eclissi solare, meno noto degli altri: si tratta dell’eclissi anulare, che si verifica nel caso particolare in cui la Luna si trova all’apogeo; in questo caso, siccome la sua dimensione apparente è più piccola, anche laddove l’eclissi apparirebbe totale, il Sole non viene coperto del tutto e così si può osservare un anello luminoso attorno al disco della Luna.
Le eclissi solari sono visibili su aree più ridotte rispetto a quelle lunari e durano circa 7 minuti, però sono più frequenti, se ne verificano almeno due ogni anno. Per quel che riguarda l’Italia, il 12 agosto 2026 e il 2 agosto 2027 sono previste delle eclissi parziali che toccheranno il 60-90% di oscuramento; una vera e propria eclissi totale, invece, è attesa per il 3 settembre 2081.
Quando la Terra si mangia la Luna: l’eclissi lunare
Anche in questo caso, perché il fenomeno si verifichi, Sole, Terra e Luna devono essere quasi o perfettamente allineati e la Luna deve passare per uno dei nodi, o nelle sue vicinanze. La differenza rispetto all’eclissi solare sta nel fatto che la Luna si trova in fase di plenilunio, che questa volta è la Terra a essere frapposta fra Sole e Luna, e che è il nostro pianeta a proiettare la sua ombra sul suo satellite.
Si parla di eclissi parziale nel caso in cui la Luna passa per la zona di penombra della Terra, eclissi totale se invece passa per la zona d’ombra. Un terzo tipo, detta eclissi penombrale, si ha quando la Luna passa solo e soltanto per la zona di penombra, e a sua volta viene detta totale o parziale a seconda che la Luna vi transiti nella sua interezza o meno.
E come mai si tinge di rosso? Da dove viene quella colorazione sinistra e quasi inquietante che ha ispirato tanti miti e superstizioni? Si deve tutto alla luce del Sole e all’atmosfera della Terra: quando la luce, che di suo è bianca, attraversa l’atmosfera, si verifica la diffusione, cioè alcuni dei “sette colori” che la compongono vengono “dispersi” dalle particelle d’aria; ora, se il Sole è alto sull’orizzonte, i suoi raggi attraversano uno spessore di atmosfera più piccolo e meno denso, perciò solo i colori vicini al violetto vengono diffusi, e il risultato è che la luce ci appare gialla e il cielo di appare azzurro; se invece è basso sull’orizzonte, la quantità di atmosfera attraversata dai raggi è maggiore, in più è più densa perché attraversa solo i suoi strati più bassi, e così solo i colori più vicini al rosso rimangono a noi visibili (e questo è il motivo per il Sole ci appare arancio-rosso all’alba e al tramonto). Perciò, quando la Luna, durante un’eclissi, passa dalla penombra o dall’ombra della Terra, è vero che si trova dalla parte opposta rispetto al Sole, ma alcuni di quei “raggi rossi” diffusi dall’atmosfera la raggiungono lo stesso, ed ecco allora che a noi appare di quel colore.
Le eclissi lunari sono visibili in quasi tutto l’emisfero notturno, a patto che la Luna sia sopra l’orizzonte. Possono durare anche più di un’ora, però nell’arco di un anno se ne verificano meno di quelle solari, da 0 a 3. In Italia, la prossima eclissi di Luna parziale si dovrebbe ammirare il 28 ottobre 2023, mentre una totale il 16 maggio 2022.
Eclissi che hanno (letteralmente) fatto la storia
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| Colombo e l'eclissi di Luna, 1504 (John Stevens Cabot, 1869) |
Il 30 giugno 1503, invece, Cristoforo Colombo approdò in Giamaica, dove venne accolto con ospitalità dalle popolazioni indigene. Ma alcuni dei suoi marinai approfittarono presto della situazione, commisero furti, stupri e imbrogli, e così i nativi smisero sia di ospitarli che di aiutarli nel rifornimento di cibo. Messo alle strette, Colombo decise di sfruttare un almanacco che aveva portato con sé, in cui erano annotate le previsioni di eventi astronomici dal 1475 al 1506. Quando scoprì che il 29 febbraio 1504 si sarebbe verificata un’eclissi di Luna, annunciò ai nativi che il suo dio era molto scontento per il trattamento che gli stavano riservando, e che a breve lo avrebbe dimostrato facendo apparire la Luna “incendiata della sua rabbia”. L’evento si verificò sul serio, i nativi si spaventarono e corsero subito a rifornire di cibo le sue navi prima della partenza.
Mercurio e Venere non hanno dei satelliti, per cui non possono avere alcun tipo di eclissi. Marte ne ha due, Phobos e Demios, ma sono così piccoli che, in pratica, danno luogo solo a eclissi parziali di Sole. Gli altri pianeti come Giove, Saturno, Urano e Nettuno hanno decine di lune, per cui hanno tutti i tipi di eclissi; nel caso di Giove, visto che la luna Ganimede si trova sullo stesso piano orbitale del pianeta, un’eclissi si verifica durante tutti i suoi passaggi.
Nel resto dell’universo, un caso davvero particolare è quello di alcuni Sistemi Binari, cioè quei sistemi planetari in cui non c’è una sola stella al centro, ma ben due, che ruotano l’una attorno all’altra. Sui pianeti di questi sistemi, quindi, si potrebbe osservare un terzo tipo di eclissi, cioè quello di una delle due stelle che passa del tutto davanti all’altra. Un caso molto noto è quello di Algol, un sistema binario che si può osservare nella costellazione di Perseo.
Ma il caso di eclissi “aliena” più vicino di tutti è quello che si potrebbe vedere stando sulla Luna. Se ci pensiamo, in fondo, è ovvio: quando da noi si verifica un’eclissi di Luna, sulla Luna è come se si verificasse un’eclissi di Sole, perché la Terra gli oscura la vista della nostra stella.
Divoratori di astri: la mitologia delle eclissi
Quello delle eclissi è certamente uno dei fenomeni naturali più spettacolari, nonché uno dei più eclatanti. Ancora oggi, pur conoscendone la spiegazione, riesce ad incantare miliardi di persone, per cui provate ad immaginare cosa potesse significare per gli antichi uomini di secoli o millenni fa: non solo era clamoroso e poco chiaro, ma sembrava anche minacciare il Sole e la Luna, che erano venerati come divinità, vi si faceva affidamento per scandire il tempo, le stagioni e le attività umane e, ovviamente, specie nel caso del Sole, erano anche fonte di luce, calore e vita. Perciò, visto che, con buona pace dei razzisti, gli esseri umani sono tutti uguali, è normale (e allo stesso temo affascinante) che molte culture abbiano concepito una propria interpretazione del fenomeno, perfino delle proprie soluzioni, e che tutte quante si somiglino molto.
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| Il drago cinese si avventa contro il Sole |
In Sud America, Maya e Inca credevano che un enorme giaguaro avesse intenzione di divorare la Luna, rossa del sangue che sgorgava dai morsi della bestia. Nel caso degli Inca in particolare, si pensava che, una volta fatto questo, il grande felino si sarebbe avventato anche contro tutti gli animali della Terra, uomo compreso, perciò la gente scagliava frecce e forti grida contro la Luna in modo da spaventarlo e cacciarlo via.
In Nord America, secondo i Choctaw era un malizioso scoiattolo nero che cercava di mangiarsi il Sole, perciò bisognava lanciare grida e fare baccano per spaventarlo. Per i Serrano, i colpevoli erano gli spiriti dei defunti, per cui non bastava fare un gran chiasso, ma sciamani e loro assistenti dovevano anche esibirsi in danze e intonare canti che li placassero. Fra gli Ojibwe e i Cree, era il giovane Tcikabis che ogni volta cercava di intrappolare il Sole in una cesta, per vendicarsi di averlo scottato; alla fine, era sempre un piccolo topo l’unico che, fra tutti gli animali, riusciva a liberare il Sole senza scottarsi. Hupa e Luiseño avevano una visione alternativa, perché pensavano che il colore rosso della Luna fosse segno che era malata o ferita, perciò intonavano canti terapeutici per aiutarla.
Anche i Batammaliba del Togo, in Africa, hanno un’interpretazione particolare: col tempo, i conflitti fra gli uomini hanno finito con l’influenzare anche il Sole e la Luna, che quando scatenano un’eclissi è perché stanno combattendo fra loro. L’unico modo per porre fine allo scontro, allora, è che gli uomini mettano da parte vecchie faide e trovino la maniera di riconciliarsi e convivere.
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| Skoll e Hati inseguono Sol e Mani |
I Paesi dell’Asia hanno le tradizioni più disparate. In Vietnam, si riteneva che fosse una rana gigante a cercare di inghiottire il Sole, mentre in Corea erano i Bulgae, enormi segugi infuocati sguinzagliati dal Regno delle Ombre; ogni volta si bruciavano o si congelavano i denti ad azzannare il Sole o la Luna, perciò dopo un po' fuggivano via per riprovarci un altro giorno. Nell’antica Cina le eclissi di Luna erano un fenomeno di poco conto, ma quelle di Sole indicavano che un drago celestiale stesse cercando di mangiarselo; anche in questo caso, bisognava spaventarlo e cacciarlo a suon di grida e tamburi. Dall’India, invece, una delle tradizioni più complesse: all’origine dei tempi, il dio Vishnu convinse gli Asura e i Deva a collaborare per tirare fuori dall’oceano primordiale la Amrita, una bevanda soprannaturale che li avrebbe resi immortali; quando ci riuscirono, Rahu, uno degli Asura, cercò di prenderla tutta per sé, ma Surya e Chandra, dèi del Sole e della Luna, avvertirono Vishnu, che subito decapitò Rahu come punizione. Da allora, la sua testa, resa immortale dall’Amrita, vaga per i cieli cercando di inghiottire il Sole e la Luna per vendetta; ogni tanto ci riesce, ma siccome non ha il resto del corpo, ogni volta li inghiotte ma se li lascia scappare dalla gola.
Infine, in Europa, il mito forse più famoso è quello che si trova nella mitologia norrena: le cause delle eclissi di Sole e di Luna sono Sköll e Hati, due colossali lupi famelici, figli di una gigante, che cercano ogni volta di inghiottire Sól e Máni, gli dèi che conducono i due astri nel cielo. Alla fine non ci riescono mai, ma è già stato predetto che lo faranno quando giungerà il Ragnarök, l’apocalisse che segnerà la fine del vecchio mondo e l’alba di uno nuovo.
Gli effetti delle eclissi fra anomalie e superstizioni
L’eclissi è uno dei tanti fenomeni naturali per cui, quando si parla di effetti, non è ancora stata detta l’ultima parola. La comunità scientifica non si spinge oltre gli effetti sulle maree, mentre credenze popolari vecchie di secoli arrivano fino ad additarla come porta-sfortuna. Ma, nel frattempo, si raccolgono evidenze sempre più numerose di fenomeni anomali. Dove sta, allora, il confine fra realtà e leggenda?

ATTRAZIONE GRAVITAZIONALE. Che la gravità della Luna origini le maree e che una Luna piena al perigeo (superluna) eserciti un’attrazione anche più forte, ormai lo ripetono anche i muri. Quel che è meno noto, forse, è il fenomeno delle maree sizigiali: sono maree più intense di quelle comuni, ma meno intense di quelle di superluna, che si verificano quando la Luna è in congiunzione (novilunio) o in opposizione (plenilunio); il loro nome deriva da quello di “sizigia”, cioè un allineamento più o meno preciso fra due o più corpi celesti. Per quel che abbiamo detto fino ad ora, quando si verifica un’eclissi, specie se totale, siamo proprio di fronte ad una sizigia perfetta, il che significa una maggior combinazione fra attrazione di Luna e Sole, e dunque maree più alte o più basse sia rispetto a quelle di novilunio e plenilunio, sia rispetto a quelle più comuni.
ATTENZIONE A DOVE (E QUANDO) SI GUARDA. Durante un’eclissi di Luna i nostri occhi non corrono alcun rischio, la possiamo osservare tranquillamente. Durante una di Sole, è bene fare uso di lenti particolari, per il semplice fatto che stiamo puntando gli occhi verso la stella, solo che non è sempre necessario come si crede: è giusto usarle sempre se siamo nelle zone dove si osserva l’eclissi parziale ma, laddove si può ammirare quella totale, in quei pochi secondi in cui la Luna copre il Sole del tutto non si corre alcun pericolo, ce la possiamo gustare anche ad occhio nudo.
SUPERSTIZIONI. Credenze anche molto antiche, presenti in varie culture, ne parlano di eclissi come eventi che preannunciano disastri. In alcune, si ritiene che possano causare problemi digestivi, o che impoveriscano in nutrienti certi tipi di cibo. In altre ancora, si pensa che possano causare danni a bambini piccoli e donne incinte, e perfino rendere tossico il cibo raccolto o cucinato durante l’evento, per cui si consiglia a donne e bambini di rimanere in casa e di digiunare fino a fenomeno concluso. Quel che si può dire in risposta è che, fino ad oggi, non è stata raccolta nessuna evidenza di questi effetti.
COMPORTAMENTI ANOMALI IN ALTRI ANIMALI. Vengono osservati ormai da secoli, specialmente nel caso di eclissi di Sole, e coinvolgono veramente le specie più varie: mucche che corrono dentro le stalle, uccelli che si nascondono nei posatoi, il frinire degli insetti che cessa del tutto all’improvviso. E non importa andare tanto indietro nel tempo per ripescarli. Nel 1999, in Ungheria, specie di uccelli e pipistrelli che compaiono all’improvviso durante la totalità. Nel 2001, in Zambia, rapaci che smettono di volare in cerca di prede e giraffe che si mettono a correre senza meta. E nel 2017, negli USA, api che smettono di volare di fiore in fiore e ragni Araneidi che smontano le loro tele. Tutti episodi spiegabili col fatto che questi animali scambiano il giorno per la notte? Possibile. C’è chi tira in ballo anche l’improvviso calo di temperatura, ma resta un fatto: gli altri animali sono molto più sensibili di quello che si pensa comunemente, e se degli effetti ci sono su di loro, forse ci sono pure su di noi, anche se inconsci.
Luci e ombre di un fenomeno ancora sfuggente
Stando sulla Terra noi non lo percepiamo mai, ma quel grande meccanismo che è il Sistema Solare è in continuo movimento. Solo grazie alla rotazione nel cielo di Sole, Luna e stelle ce ne accorgiamo, ma sono movimenti così lenti che non rendono a pieno l’idea. Quando si verifica un’eclissi di Sole, invece, è tutta un’altra storia. Lì, in un unico evento, nell’arco di pochi minuti, vedi i nostri due principali corpi celesti che si spostano e riesci a percepire “il meccanismo all’opera”; un meccanismo talmente grande e inafferrabile che, certe volte, ti viene perfino da sospettare che non ci sia, e invece eccolo adesso proprio sotto i tuoi occhi.
Questo è un aspetto che, per quanto a tratti possa sembrare inquietante, rende l’eclissi un fenomeno davvero magico. E se vado a guardare i suoi lati storici e mitologici, mi viene da dire che non è nemmeno l’unico. Scopro, così, che non importa quanto siamo lontani nel tempo e nello spazio, i meccanismi basilari come le emozioni sono identici per ogni singolo uomo, l’umanità è una soltanto, e parla una lingua comune; più in particolare, scopro che, di fronte all’ignoto e alla minaccia di un fenomeno globale che sembra sfuggire al suo controllo, l’uomo immagina mostri soprannaturali che complottano contro di lui. Vi suggerisce niente? A me suggerisce il mondo di oggi, dove molti vedono nella COVID-19 il “fenomeno globale”, in eventi naturali i “mostri” della devastazione ambientale, e in inutili “grida” di lamentela il modo di affrontarli. Chi ci vede meglio, invece, capisce che il vero fenomeno di cui preoccuparsi è l’ambiente che si guasta, che i veri mostri da combattere sono pochi ed egoisti individui della nostra stessa specie, e che le piccole grida (e le azioni) di ognuno, ma unite e puntate nella giusta direzione, possono affrontare qualsiasi minaccia.
Ma c’è anche un’altra cosa che mi fa scoprire, e cioè che c’è sempre stato qualcuno pronto a giocare sull’ignoranza di qualcun altro per imporsi, piuttosto che per creare uno scambio che arricchisce e fa convivere. Quando si tirano in ballo questioni come “influenze astrali”, la scienza “ortodossa” fa subito marcia indietro, se ne lava le mani e bolla tutto come “pseudoscienza” ancora prima di discuterne. Come mai? Eppure, il metodo scientifico sarebbe fatto di un continuo di dialogo ed esperimenti, non di verità inviolabili. Forse è perché la scienza è figlia della cultura occidentale, una in cui la logica si fa prevalere sulle emozioni e sull’intuito; una che ha una visione meccanicistica delle cose, dove ogni oggetto è un “pezzo inerte di materia” sconnesso da tutto il resto; e una dove l’uomo è la forma di vita per eccellenza, superiore e padrone di tutta la natura senza che questa possa avere su di lui la minima influenza. O forse, più semplicemente, è perché vi si nascondono grandi interessi: d’altra parte, ammettere che ci può essere “qualcos’altro” a determinare ciò che siamo e come ci sentiamo, qualcosa che non sia genetica, ossa, muscoli o terminazioni nervose, significa ammettere che chi controlla queste cose non ha tutto il potere che vuol far credere, e quindi significa compromettere gli affari che fa grazie a questa “ignoranza collettiva”.
Magari ci vorrà ancora del tempo per dire l’ultima parola sugli effetti delle eclissi sulle forme di vita ma, intanto, sappiamo che alcuni sono già noti e che c’è ancora ben alto da scoprire. Nel mentre, se ci capita di osservarne una, potremmo prendere spunto dai Navajo del Nord America: per loro non c’erano né mostri, né conflitti e né disastri, vedevano le eclissi come una cosa del tutto normale; però erano profondamente convinti della connessione e dell’equilibrio che lega ogni cosa nell’universo, perciò vedevano in questo evento un momento speciale in cui fermarsi, ammirare il fenomeno, e meditare sul grande ordine cosmico.
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