Stagioni sulla Terra e su altri pianeti, le verità della mitologia e gli effetti sulla vita: il loro ciclo è la nostra frequenza
L'astronomia delle stagioni
![]() |
| L'asse si mantiene sempre parallelo durante la rivoluzione |
![]() |
| Differente illuminazione fra solstizio e equinozio |
Momenti e variazioni delle stagioni sono destinati a cambiare
Ci sono altri fattori
che possono influire sull’alternanza delle stagioni? In teoria ce n’è uno, ma
in pratica nessuno, cioè la distanza della Terra dal Sole: dato
che l’orbita percorsa dalla Terra non è un cerchio perfetto, ma è un’ellissi,
c’è un periodo dell’anno (fra settembre e marzo) in cui passa più
vicina al Sole; ma la sua influenza è minima, tant’è che
in quel periodo l’emisfero nord va in autunno e in inverno. Fra
l’altro, anche se sembra paradossale, la temperatura media globale
aumenta quando la Terra è più lontana (marzo – settembre), non
quando è più vicina: succede perché, in quel periodo, l’emisfero nord va in
primavera e in estate, e siccome qui ci sono più terre emerse
rispetto all’emisfero sud e le terre assorbono più calore degli
oceani, ecco che la Terra nel complesso si riscalda di più.E come mai le date di equinozi e solstizi non sono sempre le stesse? C’è da sapere che, in gran parte del mondo, per scandire l’anno si usa il Calendario Gregoriano ma, come tutti i calendari, non sarà mai perfettamente preciso. Anche se noi ci accorgiamo solo della rotazione e della rivoluzione, la Terra compie almeno 8 moti astronomici, dei moti che hanno periodi di completamento di decine o centinaia di migliaia di anni e che, nel tempo, fanno variare l’inclinazione dell’asse e la direzione in cui punta, la distanza della Terra dal Sole e la velocità di rivoluzione. Tutto questo incide anche sulle date di inizio e fine delle stagioni, e così, per esempio, succede che i solstizi ritardano ogni anno di 5h 48m 46s, ecco perché a volte cadono il 21 o 22 dicembre, o il 20 e 21 giugno; ed ecco anche perché, ogni 4 anni, si introduce un anno bisestile, proprio per “resettare” questo ritardo. Stesso discorso nel caso degli equinozi, ma con una nota differente: perché l’equinozio di settembre cade intorno al 23 e quello di marzo intorno al 20? Il fatto è che, come si è detto prima, fra settembre e marzo la Terra passa più vicina al Sole, e questo fa sì che il moto di rivoluzione sia un po' più veloce; il risultato è che fra l’equinozio di settembre e quello di marzo passano circa 178.74 giorni, mentre fra quello di marzo e settembre 186.40.
E comunque le cose non saranno sempre così, anzi, prima o poi si invertiranno, come già accaduto in passato. Uno degli 8 moti astronomici della Terra che ho citato prima è la Precessione degli Equinozi, che si completa ogni circa 21.000 anni e che ha questo effetto: i punti in cui la Terra raggiunge gli equinozi si spostano sulla sua orbita in senso orario. Di conseguenza, quando oggi arriviamo al 21 dicembre e l'emisfero nord entra in inverno, la Terra si trova quasi nel punto più vicino al Sole (perielio), ma fra circa 10.000 anni tutto questo succederà quando la Terra si troverà nel punto più lontano (afelio).
"Stranezze" stagionali
Giorni più lunghi, tempo più freddo; stessi gradi, sensazioni diverse
La temperatura che
percepiamo noi è dovuta al raffreddamento o al riscaldamento della bassa
atmosfera, che non dipende direttamente dal Sole, ma piuttosto dalla
terraferma o dall’acqua: sono queste che fanno variare la temperatura
dell’aria a contatto con esse, non la luce diretta (ecco perché, di solito, salendo
di quota la temperatura dell’aria scende). Ma sia le acque che le terre
impiegano del tempo a riscaldarsi o a raffreddarsi dal momento
che iniziano a ricevere più o meno irraggiamento, per cui ecco che le stagioni
risultato un po' sfalsate. Quelle che abbiamo visto fino ad ora sono le
stagioni astronomiche, basate sui moti della Terra, e come date
hanno 21 dicembre – 19 marzo (inverno), 20 marzo – 20 giugno (primavera), 21
giugno – 22 settembre (estate) e 23 settembre – 20 dicembre (autunno); ma
quelle che percepiamo noi sono le stagioni meteorologiche, che si
contano in 1° dicembre – 28 febbraio (inverno), 1° marzo – 31 maggio
(primavera), 1° giugno – 31 agosto (estate) e 1° settembre – 30 novembre
(autunno). Emisfero boreale e emisfero australe: stesso pianeta, due “mondi” diversi
La differenza più ovvia fra un emisfero e l’altro è che le stagioni sono invertite, per cui, quando nel boreale è autunno o inverno, nell’australe è primavera o estate, e viceversa. Ma ne esistono almeno altre due.
Per esempio, l’escursione termica fra stagioni, che nell’emisfero nord è più marcata. Questo succede perché, nel sud, c’è più oceano che terraferma, e siccome le acque assorbono e rilasciano calore più lentamente, ecco che vanno a mitigare i cambi di stagione. È lo stesso motivo per cui l’Antartide ha temperature medie più basse dell’Artide: visto che i ghiacci del primo poggiano su terraferma e quelli del secondo su acqua, il clima dell’Artide è più mitigato dalla presenza dell’oceano.
Non sempre sono 4 e non sempre hanno le stesse date
![]() |
| Rappresentazione artistica delle stagioni ecologiche |
Mercurio, Venere e Giove hanno degli assi di rotazione inclinati di quasi 90°, per cui rientrano proprio in quel caso particolare che abbiamo visto prima: è come se avessero una 5^ stagione, sempre la stessa per tutto l’anno.
L'alternanza delle stagioni spiegata con il mito
C’è chi vede nei miti semplicemente delle “belle storie”, dei racconti suggestivi e pieni di fantasia che non hanno e non avevano nessuno scopo se non quello di fare un po' di intrattenimento. Ma forse molti hanno le idee confuse: questa è la descrizione di molti programmi che ci sono oggi in tv, non della mitologia. La verità è che il mito, spesso, ci racconta molto di più di qualsiasi studio, statistica, numero o evidenza scientifica, per il semplice fatto che è la proiezione delle emozioni umane più profonde. È, insomma, una finestra aperta sulla natura dell’uomo e delle cose, e nel caso delle stagioni non fa eccezione. Per cui vediamo qualche esempio per capire fino a che punto la natura “altra” e quella umana sono collegate fra loro.
![]() |
| Cailleach |
Nella mitologia scozzese, la Cailleach è una divinità rappresentata come una donna anziana e incappucciata, vestita di un lungo mantello, che cammina sempre con un bastone con cui governa i branchi di cervi e può congelare il suolo. Considerata la madre di tutti gli dèi, è quella che porta e domina la stagione invernale fra il 1° novembre e il 1° maggio, e se il 1° febbraio è una giornata soleggiata, significa che la farà durare ancora per molto: l’ha resa una giornata limpida per poter raccogliere altra legna, così da poter affrontare i mesi gelidi che devono ancora venire. Arrivati al 1° maggio, secondo alcune tradizioni si tramuta in roccia, secondo altre si trasforma in un grande uccello e vola via verso terre ignote; in ogni caso, scompare per i sei mesi successivi e il suo posto viene preso da Brigid, dea della fertilità e della primavera.
Secondo la mitologia greca, c’è stato un tempo in cui Demetra, dea della fertilità e dell’agricoltura, regalava agli uomini interi anni di tempo mite e suolo fertile. Finché un giorno Ade, dio degli Inferi, fece rapire sua figlia Persefone per farne la sua regina, e con l’inganno riuscì a imprigionarla nell’al di là insieme a lui. Disperata, Demetra fece scendere il gelo e rese sterile la terra, finché Zeus, re degli dèi, riuscì a portare le parti ad un accordo: dato che chi mangia il cibo degli Inferi è costretto a rimanerci, ma che Persefone aveva mangiato soltanto i sei semi di un melograno, allora la giovane dea avrebbe trascorso ogni anno sei mesi con Ade e sei mesi con sua madre. Da allora, nei mesi in cui sua figlia è con lei, Demetra è così contenta che porta la primavera e l’estate, mentre nei mesi in cui non la vede è così triste che porta l’autunno e l’inverno.
![]() |
| Inari (giovane dea) |
Anche fra gli indigeni delle Americhe non mancano tradizioni simili. Fra gli Abenaki del Nord America, per esempio, l’autunno e l’inverno erano portati da Pebon, un gigante che scendeva dalle ghiacciate terre del Nord. Per sei mesi l’anno, con il suo respiro e la sua magia, portava il freddo che imbiancava e congelava sia le terre che le acque; poi tornava verso Nord, e dal Sud giungeva Niben, una bellissima donna coi capelli castani e una corona di fiori che, nei sei mesi successivi, portava con sé la primavera e l’estate.
Gli effetti delle stagioni: molto più di foglie che cadono e fiori che sbocciano
Stagioni "esteriori", gli effetti sul mondo
Mettiamo per un attimo da parte l’uomo e guardiamo al resto della natura: che cosa succede al variare delle stagioni? Si possono osservare molti cambiamenti, ma quali sono quelli che stanno proprio sotto gli occhi di tutti? Qualcuno ora dirà che sono talmente ovvi che non c’è nemmeno bisogno di dirli, ma se fossi in voi ci presterei invece molta attenzione: vi servirà per capire quello che verrà dopo che, anche se è altrettanto ovvio, sono in pochi a farci caso e ad accettarlo.
PRIMAVERA. Le ore di luce iniziano a prevalere su quelle di buio, il Sole è sempre più alto sull’orizzonte e rende più miti le temperature, ma ogni tanto qualche acquazzone ci rinfresca e quasi ci riporta indietro di una o due stagioni. I semi rimasti in sospensione nel terreno fanno sbocciare nuove piantine, i boccioli comparsi sugli alberi nella scorsa stagione maturano a formare foglie e fiori, così ha inizio l’impollinazione e in alcune piante compaiono già i primi frutti dell’anno. Molti animali si svegliano dal letargo, altri tornano dalla migrazione, e conviene approfittare del clima e dell’abbondanza per nutrirsi, per crescere e pensare alla nuova generazione.
Stagioni "superficiali", effetti curiosi sul corpo
ESTATE. Se le
temperature sono molto alte, i nostri vasi sanguigni di dilatano,
perciò la pressione si abbassa, e in più la sudorazione
aumenta per raffreddare il corpo. Questi sono i motivi per cui ci disidratiamo
più in fretta, ma anche per cui ci capita di sentire battiti cardiaci in
aumento e duriamo più fatica a fare le stesse cose,
specie se c’è anche alta umidità. In quest’ultimo caso, siccome
il corpo trova più difficoltà a raffreddarsi, c’è anche maggior
disidratazione, e allora in alcuni di noi può capitare che si
manifestino crampi muscolari. Stagioni "interiori", gli effetti sulla psiche
PRIMAVERA. Se volessimo sintetizzare in poche parole chiave cosa accade e cosa rappresenta questa stagione, se volessimo cogliere in pochi concetti il suo “spirito” e quindi come ci fa sentire, che cosa diremmo? Potremmo dire rinascere, emergere, iniziare, muoversi, crescere, creare, viaggiare, condividere. Perché provate a pensarci un attimo, ma soprattutto provate a sentirlo: che cosa ci viene più voglia di fare in questa stagione? Ci viene voglia di muoverci, di passare del tempo fuori casa, di uscire con partner, amici o parenti, sperimentare nuove cose e nuovi luoghi, attivarci per mettere in moto i nostri scopi. Succede proprio ora perché la luce che aumenta ci circonda di stimoli, il calore crescente ci riempie di energia, il fermento della natura ci motiva. E così, forti delle energie e delle idee accumulate nelle due stagioni precedenti, ecco che sprizziamo entusiasmo e voglia di fare da tutti i pori, proprio come i germogli degli alberi e gli animali appena risvegliati.
ESTATE. Forza, passione, vitalità, apertura, rischio, azione, vacanze, rifocillare. Le parole chiave dell’estate potrebbero essere queste, perché le ore di luce abbondano, la natura ci offre un tripudio di energia e tipicamente le nostre attività vanno in pausa. Così, come le piante fanno maturare i loro frutti, ci viene voglia di portare a compimento i nostri progetti, aggiustare il tiro, mettere i puntini sulle “i”. Ci viene voglia di buttarci a capofitto negli svaghi e nell’avventura, di farci travolgere dalle passioni sentimentali, ma anche di concederci un po' di relax e darci il tempo di sistemare una volta per tutte certe faccende personali.
Il ciclo delle stagioni è il ciclo della vita
Se mettiamo insieme la spiegazione
del fenomeno, la mitologia e gli effetti che ha su
qualsiasi forma vivente, la prima cosa che si ricava da tutto questo è che le quattro
stagioni sono quattro grandi archetipi: nascita,
crescita, maturazione e caduta, e quindi infanzia, adolescenza, età adulta e
anzianità. Primavera e estate sono le stagioni in cui si “schiudono i
petali” per progettare, agire, manifestare; sono il periodo dell’espansione,
dell’esteriorità, dell’estroversione, quindi le stagioni “del fare”,
tipiche del Principio Maschile della natura, dello Yang. Autunno
e inverno sono invece le stagioni in cui si “chiudono i petali”
per riposare, riflettere, prenderci cura di noi; sono il periodo della
contrazione, dell’interiorità, dell’introversione, quindi le stagioni “dell’essere”,
tipiche del Principio Femminile, dello Yin. E gli effetti
consapevoli o inconsapevoli che generano dimostrano che tutto
questo non è semplice astrazione, ma evidenza alla
portata di tutti.Non esiste creatura vivente che sia costantemente attiva, ma noi ci illudiamo di essere eccezionali e di poterlo fare in ogni ora, in ogni giorno, per tutto l’anno. Sempre carichi di “energia estiva”, sempre dinamici, brillanti e produttivi; sempre lì a correre dietro al tempo come il gatto col topo, ubriacati dalla malsana credenza che il riposo sia il lusso di chi non ha nulla da fare, perché “il tempo è denaro”, o “chi si ferma è perduto”. Ci intestardiamo di iniziare i famosi “nuovi propositi” proprio nel periodo dell’anno più indicato per il riposo, e viviamo delle vite sintonizzate su un tempo che è sempre lineare, una linea retta con passato, presente e futuro, e quindi il “già fatto”, il “da fare” e il “riposo” nettamente distinti tra loro. C’è poco da stupirsi che ci sia pieno di propositi mancati e di gente esaurita e sfibrata! E tutto per cosa? “In nome del progresso”, dirà qualcuno, ma io direi piuttosto “in nome del portafoglio” di chi guida questo “progresso”: se una società è nelle redini di poche persone del tutto “fuori fase”, accecate da abbondanza, egoismo e immediatezza, è inevitabile che finisca “fuori fase” anche tutta la carrozza.
Quello che ci insegna il ciclo delle quattro stagioni, allora, è che tutta la realtà è basata su cicli continui, che i cambiamenti che avvengono nel macrocosmo intorno a noi si riflettono nel microcosmo dentro di noi, che oltre alle stagioni “esteriori” esistono anche stagioni “interiori”. Ci insegna che non esiste un modello unico, sempre uguale e adattabile a chiunque, ogni attività e in ogni momento. E che non esiste nemmeno l’eterno equilibrio perfetto, ma che tutto è continuo cambiamento, come la nostra creatività, il nostro umore, la nostra energia. La primavera ci insegna ad osare, l’estate ci insegna ad agire, l’autunno ci insegna a lasciar andare e l’inverno ci insegna a riflettere. Tutte insieme ci insegnano che il ciclo nascita-morte-rinascita ci può portare a un rinnovamento e a una crescita che non ha mai fine. Tutte insieme ci insegnano a vivere.
- "Corso di Scienze del Cielo e della Terra" - Alfonso Bosellini e Tano Cavattoni, Italo Bovolenta Editore
- "Snowwowl" - How Glooscap found the Summer, An Abenaki legend
- "Huffington Post" - How Different Seasons Affect The Way Your Brain Works
- "The Conversation" - ‘Tis the season for conception
- "The Active Times" - Weird Ways the Seasons Affect Your Body
- "BBC" - Seasons affect 'how genes and immune system work'
- "Books Google" - Radical Human Ecology: Intercultural and Indigenous Approaches, Rose Roberts
- "Australia.gov" - Australian weather and seasons, a variety of climates
- "Corriere della Sera" - Perché, quando ci sono 15 gradi, in primavera abbiamo caldo e in autunno abbiamo freddo?
- "Focus" - Perché, con la stessa temperatura, ci copriamo di più in autunno che in primavera?
- "Visiondirect" - È Vero che il Colore degli Occhi Può Cambiare?
- "Eyecareclinic" - Perché il colore degli occhi cambia a seconda del tempo?











